Punizione esemplare per l’autore di recensioni a pagamento sul portale di viaggi
Tempi duri all’orizzonte per chi cerca di lucrare sui nuovi sistemi digitali con operazioni poco pulite. È di questi giorni la notizia di una durissima condanna inflitta a un utente italiano, accusato di aver venduto centinaia di recensioni false su TripAdvisor, per incrementare il giro d’affari di alcune strutture.
Il proprietario di PromoSalento dovrà infatti scontare una pena di 9 mesi di carcere, in seguito alla condotta tenuta sul celebre portale di viaggi, su cui scriveva pareri favorevoli a pagamento e sotto falso nome, crimine punibile con la detenzione secondo la legge italiana.
Il caso dibattuto presso il Tribunale Penale di Lecce segna una tappa importante nella lotta alle truffe in rete, con una sentenza a dir poco storica, in quanto una delle prime ad occuparsi di questo tipo di reati. A sostenere l’illegalità del misfatto anche l’intera community di TripAdvisor, costituitasi parte civile e in prima linea nella lotta alle false recensioni online, fornendo le prove schiaccianti che hanno determinato l’esito del processo.
Centinaia gli alberghi e i locali nel nostro paese con cui il soggetto (tuttora anonimo) avrebbe “collaborato”, fornendo pacchetti di testimonianze di sedicenti turisti e avventori, con un prezziario di tutto rispetto. Una base di 100€ per 10 recensioni di utenti diversi, 170€ per 20 recensioni, 240€ per un totale di 30 recensioni.
Un affare che ha permesso al fantasioso recensore di mettere da parte un bel gruzzolo, a discapito di tutte quelle strutture che non si avvalevano delle sue creazioni e rischiavano anche pareri negativi (e conseguenti perdite economiche) seguendo alla lettera il regolamento del portale.
L’eco di questo caso lampante di frode non si estinguerà tanto presto, servirà anzi da monito per tutti quegli utenti disposti a truffare il prossimo, nella convinzione di essere protetti dalla giungla delle informazioni presente sul web, risultando intoccabili agli occhi della legge.
Come testimonia un documento ufficiale inserito da TripAdvisor nel proprio blog, che spiega passo passo come è stato individuato l’autore delle recensioni incriminate, è necessario punire tutti i colpevoli e non soltanto un individuo, perché anche le strutture coinvolte nella faccenda hanno contribuito a creare un danno al sito e all’intero business dell’ospitalità.
Prevedibile dunque l’invito a segnalare situazioni sospette, richieste di recensioni dietro compenso e a fornire massima collaborazione alle forze dell’ordine e allo stesso portale, affinché episodi simili non si ripetano.
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