Un prototipo ricreato in 3D grazie all’uso di un bio-inchiostro fatto con cellule staminali
Uno studio scientifico che ha portato alla creazione di una replica perfetta della cornea umana, che in futuro potrebbe aprire nuove strade in campo medico, soprattutto per la produzione di organi e tessuti da utilizzare nei trapianti.
La notizia arriva direttamente dal Regno Unito, dove un team di scienziati dell’Università di Newcastle ha portato a termine questo interessante esperimento, pubblicato su Experimental Eye Research, rivista ufficiale della International Society for Eye Research.
Per stampare l’organo, uno dei più complessi della nostra anatomia, sono serviti appena 10 minuti ma lo studio che ha portato alla sua realizzazione ha richiesto molto tempo e una lunga ricerca, per trovare i materiali più adatti allo scopo e trovare la formula giusta per garantire un risultato praticamente perfetto.
La cornea artificiale è composta da uno speciale bio-inchiostro a base di collagene, gelatine naturali e cheratociti, elementi che in natura si trovano all’interno dell’occhio, ricreati in laboratorio tramite l’uso delle cellule staminali, prelevati da un donatore sano e riadattate per la costruzione di una nuova membrana.
Questo procedimento risulta particolarmente rivoluzionario perché permette di ricostruire la parte interna dell’occhio, che permette di mantenere stabile la forma e la funzionalità dell’organo, finora ritenuta insostituibile in caso di danno permanente e di cecità irreversibile.
Stampando la cornea in 3D invece, non solo sarà possibile recuperare la vista ma per di più si potrà ottenere una protesi personalizzata, ricreata sulla base di una scannerizzazione della parte danneggiata del paziente e plasmata in modo da far coincidere forma e dimensioni e adattarla perfettamente al bulbo oculare.
Tuttavia la prudenza in questi casi è doverosa; nonostante i risultati sorprendenti dell’esperimento, non è ancora un iter medico garantito al 100%, proprio per l’estrema complessità della struttura interna della cornea umana. È lecito però sperare che questo sia solo un inizio promettente per un futuro in cui le persone non dovranno più attendere anni per salire in cima a una lista d’attesa e riacquistare non solo la vista ma anche una migliore qualità di vita.
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